Assegno unico universale
Cosa è?
Si tratta di un assegno di importo variabile che viene dato con cadenza mensile a tutti i nuclei familiari con figli a carico, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età dei figli.
L’assegno è compatibile con il reddito di cittadinanza e il suo valore economico verrà calcolato attraverso l’ISEE.
Chi ne può beneficiare e quali sono i requisiti.
L’assegno mensile viene assicurato per ogni figlio a carico fino all’età di 21 anni.
Ovviamente, secondo la legge, sono a carico i figli che non hanno un reddito superiore ai 4000 euro annui.
I requisiti necessari sono i seguenti:
- Essere un cittadino italiano
- Essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia
- Essere residenti e domiciliati insieme ai figli a carico per tutta la durata
- Essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o a tempo determinato di durata almeno biennale
Per il calcolo servirà il modello ISEE
Secondo quanto previsto dal Family Act, l’importo dell’assegno unico dovrà essere strutturato secondo i seguenti parametri:
- un assegno universale di importo minimo, riconosciuto a tutte le famiglie con figli fino a 18 anni (elevabile fino a 21 anni);
- una maggiorazione variabile determinata per scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE);
- in caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento;
- è riconosciuto a decorrere dal settimo mese di gravidanza;
- l’importo dell’assegno tiene conto dell’età dei figli a carico;
- l’assegno universale è incrementato per ciascun figlia o figlio con disabilità, ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
- è riconosciuta una integrazione compensativa dell’importo dell’assegno diretta ad assicurare che lo stesso non risulti in ogni caso inferiore a al trattamento complessivo in quello in godimento al nucleo familiare.
Il nuovo assegno unico prenderebbe il posto dei bonus per le famiglie e nuovi nati attualmente vigenti.
Tra queste, sarebbero aboliti il bonus bebè, il bonus mamme di 800 euro, così come gli assegni familiari e gli ANF ed alcune detrazioni fiscali, tra le quali quella per gli asili nido.
Modalità di erogazione
L’assegno verrà concesso alle famiglie come credito d’imposta, ovvero come un’erogazione di una somma di denaro con cadenza mensile.
Nel caso in cui ci sia la presenza del reddito di cittadinanza, l’assegno verrà corrisposto congiuntamente a quest’ ultimo.
Si ricorda che il beneficio economico relativo al Reddito (o Pensione) di cittadinanza è erogato tramite la carta elettronica Rdc; la disciplina prevede altresì che la Pensione di cittadinanza possa essere erogata mediante gli strumenti ordinariamente in uso per il pagamento delle pensioni, demandando le modalità di attuazione di tale possibilità ad un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze (tali modalità non sono state ancora definite).
L’assegno è ripartito in pari misura tra i genitori ovvero, in loro assenza, è assegnato a chi esercita la responsabilità genitoriale; in caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario; nel caso di affidamento congiunto o condiviso l’assegno, in mancanza di accordo, è ripartito in pari misura tra i genitori.